Ferrovie e modellismo ferroviario

vero e modello

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    Curiosamente, due delle tre locomotive "Tigerli" ricostruite hanno la carboniera aggiuntiva dietro la cabina, carboniera che in realtà era piuttosto rara, non esistono prove filmate che la mostrino.
    Questa non ce l'ha, è un filmato d'epoca quando era usata come macchina industriale.



    Quelle oggi conservate (statiche o funzionanti non importa) non ce l'hanno. L'unica che corrisponda è paradossalmente quella che abbiamo dovuto riparare con parti esterne! :blink:
    Nel video si noti come in Svizzera, in cui la circolazione dei treni sullo scartamento ordinario è in genere a sinistra (sul ridotto è di solito a destra) i comandi delle loco da manovra sono sul lato destro. Vale anche per le locomotive Diesel e, lì ci sono, quelle elettriche.
     
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    Poco fa ho finito di digitalizzare la Tigerli.
    Già le sue dimensioni mi hanno obbligato a usare un decoder per scala N, poi c'è stato un problemino dovuto al collegamento delle luci: erano alimentate direttamente dalle rotaie, quindi si sono ritrovate il segnale DCC dentro (circa 21 V efficaci) e sono saltate entro cinque minuti. :unsure:
    Non mi era possibile usare dei LED al loro posto per mancanza di spazio, ho perciò usato le prese luci del decoder per alimentare un LED verde e uno giallo collocati però nella cabina e visibili attraverso uno dei vetri, li accendo tanto per capire in che direzione sto per andare e poi li spengo. Tanto la uso in ambiente industriale, dove un uso notturno è poco probabile anche in un'ipotetica realtà (e pure in ambiente tedesco e non svizzero).

    Le due Diesel sono già state digitalizzate dal mio amico, erano predisposte. Ha anche cambiato le lampadine con dei LED (ha trovato un tipo giallo arancio che dietro il vetrino dà proprio l'impressione di un faro con lampandina.
     
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    Solo per segnalare che ho finalmente ricevuto (ma sono alla "casa laboratorio" ) i tre pianalini in kit da ricavare nei similari ma a 3 assi.
    Dovrò aspettare il lavoro per la ditta di arredamento, in quel caso posso portarmeli dietro e montarli fra una sessione fotografica e la successiva. :woot:
    Il tentativo di un altro modellista (credo con gli stessi componenti base) è qui (c'erano altre foto ma sono state nel frattempo scomparse perchè l'host non era ancora la stessa piattaforma del forum in cui appare).
     
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    Avevo accennato che sto facendomi un carro merci un po' particolare. Sarebbe questo:
    RFI_VEm_40_83_520_0_224-5_Verona_%28101%29
    Si può notare che le fiancate in basso sono incurvate a vasca, verso l'interno. Gli anelli che si notano (e che non monterò per ora) dovrebbero essere i "ganci nave", con cui si fermavano i carri sui traghetti per impedirne il ribaltamento con il rollio della nave. Dovrebbero andar bene anche gli anelli gialli agli angoli, che però sono normalmente usati per sollevare il carro quando bisogna smontare un asse.
    Quei segni bianchi sulle ruote sono le "linee di fede" per verificare se il cerchione (qui riportato e non fuso con la ruota) sia sempre solidale alla ruota. In altri paesi si disegnano ancora adesso delle fasce per un ottavo di giro, quatto alternate da spazi, per verificare se un asse sia rimasto frenato: pratica usata soprattutto in Svizzera durante l'inverno, quando neve e ghiaccio possono portare a malfunzionamento dei freni pneumatici.
     
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    Se qualcuno sa il russo (e sa elaborare le immagini) forse può capire cosa significhino le didascalie di questo schema:

    Si tratta di un preriscaldatore a miscela dell'acqua per le locomotive a vapore... direttamente nel tender. Non è un caso che sia russo e mi è saltato in mente proprio adesso che straparlano di "freddo siberiano". Se non usavano questo aggeggio, in inverno anche un tender enorme come quellli sovietici si sarebbe trasformato in un cubo di ghiaccio (facendo saltare saldature e chiodature...).
    Il tratteggio della locomotiva fa intuire che fosse una Serie Э.
    Non so se l'idea sia interamente russa (può essere stata pre-sovietica, c'è traccia di alcuni rimasugli su macchine antecedenti il 1917) o sia l'adattamento di qualcosa di nato altrove. So che un inglese aveva senza successo realizzato qualcosa a metà Ottocento, ma era ancora "a contatto" (cioè i due fluidi scambiavano il calore attraverso un metallo).
    Questa foto (da Wikipedia) mostra la base (otturata forse perchè ormai inutile) del gruppo di presa e carica sulla caldaia di una locomotiva classe O:
    640px-%D0%93%D1%80%D1%83%D0%B7%D0%BE%D0%B2%D0%BE%D0%B9_%D0%BF%D0%B0%D1%80%D0%BE%D0%B2%D0%BE%D0%B7_%D0%9E%D0%B2_6640_%283%29
    Si tratta di quel coperchio bullonato in alto a destra. Doveva essere un po' diverso da quello illustrato ma non troppo.
     
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    Uno dei due carri che ho in lavorazione in origine voleva riprodurre questo:
    poz

    Oppure questo
    Tavola-294n
    Dovrebbe essere il primo, ma era tanto malconcio e fuori scala che verrà fuori probabilmente il secondo! :blink:

    Edit: corretta url errata (non esiste una foto del carro vero, tanto vecchio tipo era).

    Edited by the pilot - 26/3/2018, 22:51
     
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    Se ho in lavorazione due pianali scassatissimi (procede lentamente ma secondo aspettative), ho messo le mani su un carro meno rovinato e più nuovo,
    Il vero è questo:
    663_3960_754

    Il modello è fornito con spondine rimovibili (quello a destra nella foto sopra le ha montate), sarebbe penso questo:
    665_3948_200

    La sigla letterale è Remms
    R-pianale a carrelli di tipo ordinario
    e- con sponde ribaltabili
    mm - lunghezza inferiore a 15 m
    s - in grado di viaggiare carico a 100 km/h
    Il mio è in versione epoca IIIb/IV, ossia dal 1965 al 1990 e non marrone ma nero. Ovviamente è scarico.
     
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    Ho trovato per puro caso che i carrelli delle "corbellini" vendute dalla Hachette (scarti della Hornby con marchi rimossi) si possono montare con un piccolo espediente sotto vecchi carri Lima o Rivarossi.
    Ho portato alla casa-laboratorio un altro relitto che un conoscente aveva trovato in cantina. Era circa questo, all'origine:
    649_2000
    Solo che... mancava il telone, mancava un carrello e l'altro era rotto.Non so nemmeno la marca del modello, non c'è nessuna marca.
    Siccome il carrello AMR da carro merci è simile al tipo AA usato sulle Corbellini (somiglia più al tipo AB, vedere questa tavola ma basta un profilino di plastica per trasformarlo). La sigla dovrebbe stare per tipo A per carri Merci e Rinforzato. Non è stato molto usato.
    Per chi non le conoscesse, le vetture cosiddette "Corbellini" (dal nome del direttore generale FS del tempo) in questione sono queste:
    Tavola-2-046.
    Il carro verrà usato come carro privato venuto da chissà dove. Lo dipingerò di nero e, se li trovo, ci metto degli stanti,
    Rientrerebbe così nel tipo Roos: questa sigla erroneamente viene interpretata come "carro per legname" ma significa solo:
    R-carro pianale di tipo ordinario
    oo-con pareti di testa alte più di due metri
    s-atto a viaggiare carico a 100 km/h.
    Se le pareti di testa (devo misurarlo...) sono alte nell'ipotetica realtà fino a 2 metri, va una o sola.
    Che la maggior parte se non la totalità dei carri rispondenti alla sigla Roos siano usati per legname è un fatto che non è normato in sede UIC, solo in sede di Amministrazione proprietaria.
     
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    L'amico che mi ha dato in uso la casa-laboratorio aveva anni fa rivitalizzato dei carri telonati Lima con carrelli nuovi (in origine c'erano carrelli ORE, poi sono apparsi gli Y25*, i primi hanno molle a balestra, i secondi molle elicoidali) e portaganci, aveva anche rifatto il telone, che era un pezzo di plasticaccia forse scheggiato, con uno un po' più realistico usando fazzolettini imbevuti di acqua e vinavil deposti su degli archetti di filo d'ottone. Stasera è riuscito a spedirmi per e-mail il disegno della dima usata per arcuare i sostegni: si può osare, pare sul pianale ci vanno solo 8 sostegni anche se nel vero sono il doppio).
    Ammesso che il carro sia un Lima, non ho trovato marchi, realizzerò una dima in cartone duro per provarci, solo uso filo di rame stagnato perchè ne ho una bobinetta in laboratorio. Una dima di cartone duro può essere lavorata a seguire il profilo delle testate che... quelle sono.
    Peraltro ho un carro telonato snodato della (ex) spagnola Electrotren che ha il telone davvero mobile ma diciamo un po bruttino da vedere.

    *i carrelli Y25 sono quelli dei carri illustrati nel post precedente. Il carrello ORE è presente nella tavola su rotaie-punto-it, dove è indicato come tale. Peraltro il mio pianale di cui ho rifatto due respingenti è nella versione ancora coi carrelli ORE.
    ORE era una sigla che stava per Office de Recherches et d'Essais, organismo di ricerca ferroviaria europeo pare di sede in Olanda e soppresso circa 25 anni fa.
     
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    Ho verificato il carro snodato della fu Electrotren. Non è pare tanto raro che si rompa...

    Nel video si vede come è fatto il telone davvero mobile. Questo lo ripara, io non ci arrivo.
    Tra l'altro il mio si era rotto invece sullo snodo e, mancandomi alcuni pezzi l'ho riparato rendendo liberi ambo i perni dell'asse mediano. Come si vede, l'originale (e il vero) sono articolati con l'asse in mezzo fisso su una delle casse mentre la seconda poggia con un perno sul telaio dell'asse mediano ed è libera di ruotarvi, posando all'altro estremo sull'unico asse proprio. Non è quindi come il carrello Jakobs (progenitore per capirci di quelli del TGV ma anche dei nostrani ETR 200/220/240, ETR 250 e ETR 300, l'ultimo è il famoso "Settebello"), che è articolato su ambedue i telai adiacenti.
     
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    Allora, io ho ricevuto il modello di una di queste:

    L'ultima locomotiva autenticamente svizzera (la casa costruttrice SLM chiuse attorno al 1998).
    Ora, il mio modello ha ricevuto una brutta batosta; caduto dalla vetrina (mani di pastafrolla del precedente proprietario) mi è arrivata priva dei pantografi, col tetto percorso da una fenditura e con la parte del sottocassa spaccata e perfino il telaio ammaccato. Siccome vi è una riproduzione in plastica (che posso riparare) del sottocassa, per trovarsi il telaio ammaccato il botto deve essere stato mostruoso.
    Per le prove elettromeccaniche faccio stanotte (18-19/4), se gira tutto, quelli della grafica mi hanno detto che posso chiedere qualche stampata 3D per permettere loro di provare la nuova stampante (evidentemente non si fidano a fare ancora un prodotto a pagamento. La cosa sta bene anche a me perchè so che del modello di questa locomotiva diversi esemplari si sono spaccati senza cadere, a causa della "peste della zama" o Zinkpest. Una stampata 3D, che è una specie di plastica, non dovrebbe risentirne.
    A parte il colore e lo stato della carrozzeria, :unsure: qui potete vedere circa cosa ho fatto per adesso, circa fino allo smontaggio delle parti principali (ancora nei carrelli non ho guardato)...

    Cosa farò... viene dopo!
    Adesso sono arrivate le guardie, abbastanza puntuali, anche se non piove
     
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    Siccome della "locomotiva 2000" era stata abbozzata una versione Diesel e siccome ho ricevuto un modello di quella elettrica in condizioni pietose (però la meccanica funziona), ho pensato di fare l'abortita locomotiva Diesel come modello che gira su un plastico e vent'anni dopo che la ditta che la avrebbe potuta costruire al vero è saltata.
    Siccome non ho le palle di rifare una fiancata (già il tetto è rotto), ho trovato come fare la sfilza di ventole che avrebbe dovuto raffreddare una ipotetica fila di radiatori nel ricasco del tetto. Ebbene, esistono dei precedenti nell'uso di ventilatori non visibili.
    Uno è questa (da questa foto si capisce), Baureihe 218 DB, oggi in via di ritiro:
    die-218-128-7-steht-am-211035
    Non dovrebbe essere difficile, magari uno con sfogo da un lato seguito da un secondo con lo sfiato dall'altro e avanti così, con solo uno spazio per lo scappamento.
    La locomotiva che sto rifacendo è solo ipotetica: non so chi avrebbe fatto acquisti in Svizzera per locomotive Diesel visto che tedeschi, americani, canadesi, giapponesi, ormai si stavano affacciando sulla scena anche i cinesi, avrebbero offerto mezzi uguali a meno prezzo. Visto che si tratta di un modello solo ispirato (ho trovato solo un bozzetto di fabbrica), ho una certa libertà, vincoli sono solo nella resistenza nella struttura del modello.
     
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    Ho reincontrato un conoscente che per uno sbaglio aveva ordinato a un negozio tedesco la bellezza di due pacchi da 10 pezzi (quindi una dozzina di metri) di binario a due scartamenti.
    Per capire cosa sia, si veda questo:

    Dal minuto 0:47 al minuto 2:12 il treno sta viaggiando sul binario a due scartamenti.
    L'idea che abbiamo concordato (tempo a mia disposizione permettendo) è quella di costruire un plastico di quel genere di amibiente (forzosamente svizzero) con alla fine un punto di separazione e un raccordo industriale. Io lo aiuto e lui mi fa girare i miei modelli in H0m (1/87 ma scartamento di 12 mm, riproducente quindi uno scartamento reale di un metro soltanto). Per ora è solo un abbozzo: il locale dove fare il tutto ce l'ha ma bisogna vedere i metri di spazio a disposizione. Di binario ce ne sono 12 circa ma non sappiamo nessuno di noi due quanti ne possiamo usare!
     
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    Ho sentito per telefono l’amico con cui ci siamo accordati per fare un plastico a doppio scartamento.
    Domani mi porta un modello di una locomotiva in H0m (scala 1/87 ma scartamento di 12 mm invece di 16,5), che ha preso su un mercatino online in Germania: è un po’ squinternata (intanto mi ha inviato per e-mail un paio di foto post-spacchettamento) ma possiamo trasformarla senza patemi in una somigliante (non identica, a tanto non arriviamo) fatta per trainare i carri a scartamento normale pur essendo questa a scartamento ridotto. Il colore lo troviamo più facilmente del previsto: è simile al "rosso vagone" italiano, che si trova facilmente.
    Più o meno ricaveremmo una di queste, quella a destra:
    de-44-102--de-63308
    Io ne ho i disegni alla casa-laboratorio.
    Il progetto del plastico non ha avuto bisogno di farlo: ne avevo già io uno che avevo costruito tempo fa con un altro modellista e lo spazio disponibile qui è addirittura maggiore, possiamo copiare quello.
     
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    Sì, mi sono ricordato di non aver indicato quale sia il modello di partenza.
    La vera è questa:
    rhb-ge-44ii-622-49825
    Foto del modello in mio possesso non le metto per decenza, ma è come questo
    1358172NH1604_BEMO-1358172-RhB-Ge-4-4-II-632-Zizers-Elektrolokomotive-neurot-mit-drittem-Fabrikschild-DIGITAL-mit-SOUND_b7
    Solo più scassata. :blink:
    E ha i fari tondi come nella foto della vera (oggi le vere e i modelli hanno fari rettangolari).

    Come si vede confrontando con la loco della SZB/RBS, occorre realizzare altre due porte di accesso e i portelloni laterali.
     
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